Oggi trascorro la mia giornata scolastica nell'edificio della secondaria, dove mi accoglie Samu, un giovane professore, al suo primo anno di insegnamento. Si occupa di alunni con Bisogni Educativi Speciali e la sua classe ottava è frequentata da 9 alunni ma oggi ne sono presenti solo 7.
In classe c'è anche un assistente che svolge dieci ore alla settimana. Mi presento e i ragazzi ricambiano l'invito. Scopro con piacere che sono molto interessati quando parlo della nostra città.
I ragazzi, di età tra i 14 e i 15 anni, presentano disabilità diversificate: difficoltà linguistiche, di socializzazione, di concentrazione e disagi derivanti da background familiari difficili.
La classe è piccola con dieci banchi, ma si presenta accogliente e ricca di cartelloni decorati e di materiale didattico. C'è anche un armadietto con pc portatili per ogni alunno. Il planning della giornata prevede brevi unità didattiche di 45 minuti di matematica, di fisica, di educazione alla salute e di storia. Sono previste pause di 15 minuti per gli intervalli, mentre per la mensa gli studenti hanno a disposizione mezz'ora.
Il venerdì i ragazzi svolgono due laboratori opzionali che possono scegliere tra i seguenti: cucina, sport, musica e storia locale.
La lezione oggi termina alle 14.50, ma non è così per tutti gli altri giorni della settimana.
Gli studenti svolgono lo stesso programma dei coetanei; anche il libro di matematica adottato è lo stesso, con un'unica differenza: gli esercizi proposti sono graduati per difficoltà.
Stesso discorso vale per le lezioni di fisica e storia.
Samu spiega utilizzando la modalità della lezione frontale ma rende più comprensibili le unità didattiche mostrando passo passo gli esercizi alla lavagna con un linguaggio semplice.
Nella lezione di storia, ad esempio, per spiegare l'indipendenza della Finlandia dalla Russia, costruisce una linea del tempo e fa partecipare i ragazzi alla stesura di essa.
Samu conosce il nostro sistema scolastico, sa che in Italia non esistono le classi speciali perchè lo ha studiato all'università; ritiene però che i suoi ragazzi sarebbero svantaggiati in una classe normale in quanto non in grado di seguirne ritmi e tempi. Gli propongo di vedere il breve video che abbiamo realizzato noi insegnanti di sostegno per mostrare le nostre modalità di lavoro con alunni con BES e si dimostra interessato.
Con grande empatia e in poche parole mi spiega la sua "MISSION": colmare le lacune dei ragazzi per poterli poi integrare in una classe "normale".
<<It's a big challenge!>> mi dice.
Samu ci tiene a rimarcare che il sistema scolastico finlandese consente il passaggio di questi alunni in classi "regolari".
Interessante è anche il metodo utilizzato per la valutazione, che tende sempre a valorizzare il potenziale dei ragazzi, senza mai soffermarsi sui loro punti deboli.
Che dire di questa mattinata?
È stata davvero un'esperienza ricca e stimolante.
Mi congedo con Samu e i suoi ragazzi donando loro i segnalibri che hanno realizzato i nostri alunni.
Un ringraziamento speciale a Samu che si è reso così disponibile.
By by Finland school.
Linea del tempo realizzata da Samu |
Timetable della classe |
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